La Sla E L’Imprevedibile Virtù Della Dignità

8 giugno 2022: Silenzio, seduti uno accanto all’altro sulle poltrone del Teatro CometaOff di Roma. Siamo circa un centinaio di spettatori seduti quasi sul palco, perché il palco non c’è e la scena si svolge talmente vicina al pubblico che quasi si può toccare. 

Non capitava da anni, la pandemia ha appiattito tutto, tranne la voglia di ritornare alla normalità. Pronti a godersi lo spettacolo “Caso, mai – l’imprevedibile virtù della dignità”, che cerca di trovare risposte a domande che toccano il significato stesso della nostra esistenza.

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Lo spettacolo inizia, è realtà: il grande lavoro di regia di Licia Amendola e Simone Guarany si è intersecato per mesi con la quotidianità dei Centri Clinici NeMO e di AISLA per trasferire tutto il quotidiano che popola il nostro mondo. L’attenzione agli aspetti clinici della malattia e la valorizzazione dell’assistenza, delle relazioni e del sostegno ad ogni scelta. Una piece teatrale per raccontare quella continuità tra il centro medico e la vita a casa tra famiglia, lavoro e affetti.

Un progetto teatrale che porta in scena grandi domande esistenziali: “Qual è il significato della nostra vita?” Lunga o corta, felice o infelice e, comunque, nel bene e nel male, questo è solo uno dei tanti interrogativi che affiorano nella mente di Massimiliano, Flaminia, Giuseppe, Paola, del dr. Giomberti e di Suor Lucia. Sono loro i protagonisti di vite completamente diverse e dove tutto scorre amabilmente, finché la SLA si insinua nella loro quotidianità. Un cast di eccezione per una commedia fresca, leggera e profonda che tenta di indagare sul senso stesso delle nostre esistenze, sulle scelte di vita e sulla speranza. 

Con la co-regia di Licia Amendola, lo spettacolo si divide in tre atti che si susseguono senza interruzioni e caratterizzato da un ritmo alternato: veloce e incalzante nella prima parte, più profondo e dai toni più seri nella seconda. Musiche Originali di Giacomo Vezzani. 

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Per noi di NeMO questo spettacolo non è solo lo scorrere di scene rappresentative di una quotidianità che conosciamo molto bene, ma è un percorso che abbiamo compiuto con AISLA insieme ai registi per rendere facile la comprensione di cosa significa vivere con la malattia ad un pubblico universale. È il frutto di una collaborazione tra un mondo clinico, fatto di cura, di scienza, di speranza e futuro e la poesia dell’arte che permette di parlare a tutti, in modo dirompente come solo il teatro sa fare. L’arte ha incontrato cosa significa l’esperienza in un reparto dove ci si prende cura di patologie complesse come la SLA; ha visitato i nostri spazi, si è confrontata con i medici che ogni giorno hanno a che fare con la malattia. I protagonisti hanno trascorso del tempo al Centro Clinico NeMO Roma adulti perché, per comprendere meglio il ruolo, si sono incontrati con i clinici, hanno conosciuto l’esperienza e la saggezza del prof. Sabatelli, il nostro direttore clinico, che con la sua consueta disponibilità si è messo al loro servizio. L’incontro è stato intenso. Licia e Simone sono stati rapiti ad ascoltare la prospettiva di un medico che si rivolge ad una persona che riceve una diagnosi di SLA. Parole importanti, sfumature della voce, sguardi, gesti che accolgono in pochi momenti il mondo dell’altro.

Tutto questo è stato raccontato nella magnifica interpretazione degli attori, che hanno portato in scena la gestualità di chi combatte la SLA e l’intensità nel rappresentare la fragilità di chi è loro accanto. L’emozione è stata forte.

Ma lo spettacolo non si ferma, altre date sono in programma per arrivare al pubblico di tutta Italia, perché non c’è sipario che cala quando una performance arriva dritta al cuore del pubblico e lo sa coinvolgere intrecciando emozioni. 

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